PAESAGGIO mentale
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La parola volta ha nella lingua italiana diversi significati:
Si potrebbe dire che esiste un legame tra le potenzialità dell’uomo e gli strumenti che egli usa, ed esiste un legame tra l’architettura e il modo di vedere il mondo. Nell’architettura, infatti, viene ad essere posta in atto una concretizzazione dell’insieme di conoscenze che l’uomo ha raggiunto: parlare di paesaggio mentale rispetto all’architettura vuol dire concepirla come reiterazione di questi concetti. La piramide è la rappresentazione in forma architettonica di una serie di conoscenze che presuppongono la piena padronanza della trigonometria, delle proporzioni, delle similitudini e, ovviamente, della figura geometrica di base: il triangolo. Il modello della città romana, basata sulle direttrici chiave del cardo e decumano, non sarebbe stato creato senza l’apporto di uno strumento come il groma il cui funzionamento è basato sull’uso di fili a piombo e capace di restituire angoli retti. Nel Medioevo si registra una sorta di regressione delle capacità di controllo e delle strumentazioni fino ad allora applicate. Nel corso del Rinascimento, la messa a punto della prospettiva determina il delinearsi di un nuovo paesaggio mentale. Questo modello di rappresentazione planare presenta ampi margini di scientificità:
L’affermazione della prospettiva come catalizzatore del Rinascimento (e di molti secoli a venire) determina delle conseguenze anche su un piano filosofico. Superata l’insicurezza dell’uomo, determinata dallo schiacciante misticismo medievale, l’individuo è al centro del mondo, è cosciente di sé e delle proprie capacità in una realtà fisica misurabile e sondabile a vari livelli. Nel Barocco le cose cambiano nuovamente e vengono gettate le basi per la cultura dell’astrazione. Il mondo è indagabile analiticamente (Monge) e non più solo in maniera contestuale e sintetica. Oggi viviamo in un paesaggio mentale completamente nuovo che ancora attende una reiterazione e dell’architettura. |
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